Grande Guerra e Villanova

Luciano Biasiolo
Villanova di Camposampiero e la Storia
1996, Biblioteca Pubblica Comunale di Villanova di Camposampiero

Il volume di Luciano Biasiolo “Villanova di Camposampiero e la Storia”, dove la parola Storia ha volutamente la “S” maiuscola”, contiene un capitolo dedicato alla Grande Guerra. L’autore cerca di ricostruire il periodo attraverso gli atti ufficiali del Consiglio e dell’Amministrazione comunale: ne esce uno spaccato forse parziale ma comunque interessante e documentato, simile per molti  aspetti a quanto accadde in altri municipi padovani – il cordoglio per i primi morti, il monumento ai Caduti, il razionamento del granoturco e così via – ma con i suoi aspetti originali.

Uno di questi riguarda la vita amministrativa: con alcuni assessori al fronte, il sindaco Stefano Da Ponte deceduto nell’agosto 2016 e non sostituito fino alle nuove elezioni che si terranno dopo la fine del conflitto, l’assessore anziano cav. Anselmo Formiggini che ne faceva le veci assente per interi semestri a causa di malattia, la giunta comunale di fatto funzionò per lunghi tratti con un solo assessore, Alessio Nalesso.

Quanto ai Caduti, il primo soldato di Villanova di Camposampiero a morire sul campo di battaglia, il 16 settembre, fu il bersagliere Baruzzo Pasquale, classe 1984. «La Famiglia coi debiti riguardi venne edotta della irreparabile sciagura e noi da quest’aula mandiamo sulla zolla lontana di questo nostro primo valoroso caduto che sacrificò la sua giovane vita per una più grande Italia il nostro affettuoso e reverente saluto. Il nome suo resterà indelebile nei nostri cuori ed alla famiglia sua così duramente, ma gloriosamente privata del suo diletto Pasquale, esprimiamo i sensi della nostra profonda condoglianza», disse il sindaco nella seduta del 5 ottobre in cui informò il Consiglio della perdita. Parole che riflettono il patriottismo ma soprattutto la speranza ancora viva di un conflitto breve, cosa che non sarà: discorsi simili verranno ripetuti più volte negli anni successivi.

Di Villanova va citata la presenza, tra gli assessori, di Antonio Paccanaro, farmacista e primo sindaco del dopoguerra, cui abbiamo dedicato spazio in altri articoli in quanto appassionato di fotografia: alcuni suoi scatti sono testimonianza preziosa della vita dell’epoca in tempo di guerra. Il volume di Biasiolo cita poi alcuni fatti interessanti, come quello di Guglielmo Barizza, di cui viene riportata una foto dalla prigionia assieme a cinque prigionieri russi e due italiani: fu protagonista di un non raro episodi di insubordinazione quando fece parte di un plotone di esecuzione che sparò mancando deliberatamente il bersaglio, salvo poi doverlo centrare sotto la minaccia, pistola in pugno, dell’ufficiale. Un altro episodio riguarda Giuseppe Riolfo e la moglie Teresa, che accolsero in casa e accudirono, portandolo all’ospedale e seguendone il decorso, un alpino malato  in condizioni gravi che era stato abbandonato dalla sua compagnia. Si trattava del ligure Mario Balestra, con cui la premurosa famiglia rimase in contatto anche nel dopoguerra.

Citiamo infine la celere decisione di creare un monumento ai Caduti: Villanova fu tra i più solerti anche perché, per volontà della popolazione, si decise di realizzare una lapide da affiggere nell’oratorio di San Domenico, annesso al Municipio. Non fu però una spesa di poco conto, perché l’oratorio aveva bisogno di restauri: ciò che si fece prontamente già nell’estate del 1919. Il monumento ai Caduti fu quindi inaugurato il 26 ottobre 1919 per una spesa di lire 7.208,20, anticipata dal citato assessore anziano cav. Formiggini. Le lapidi alla fine furono due e da allora l’oratorio è conosciuto dagli abitanti come la “Chiesetta dei Caduti” (in primo piano nella foto in alto).

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