Padova e la Grande Guerra: una recensione del nostro libro

Volentieri pubblichiamo questa recensione di mariangela Lando che ci è stata inviata sul nostro volume:

Padova e la Grande guerra un percorso sui luoghi storici
a cura di Emanuele Cenghiaro, Pier Giovanni Zanetti e Silvia Zava
Padova, Tracciati, Monografie, 2015, pp. 144 – Seconda edizione riveduta e ampliata

Questo volume propone un percorso interdisciplinare molto interessante sui luoghi protagonisti della Grande guerra nel nostro territorio. Essenziale, preciso nelle informazioni, ricco di notizie dettagliate, il volume offre spunti per ulteriori ricerche e approfondimenti.
Ogni luogo è raccontato attraverso uno studio onnicomprensivo. La geografia dei luoghi diventa geografia storica, umana, geografia del popolo, del vissuto, uno studio che tocca luoghi di innegabile valore artistico e monumentale.

Il volume si compone di dieci capitoli che consentono al lettore di ripercorrere attentamente gli avvenimenti che hanno coinvolto il Veneto, (in particolare Padova e la provincia) durante il primo conflitto bellico: Una città al fronte, Il Comando supremo a Padova, Abano da centro ospedaliero a sede di comandi, Le residenze di re Vittorio Emanuele III, Villa Giusti – Del Giardino e l’armistizio, I bombardamenti e la strage al bastione della Gatta, La città ospedaliera, Campi di aviazione militari nel padovano, Musei e associazioni d’Arma e infine Monumenti ai Caduti di Padova e provincia.
Un’accurata introduzione della situazione occupata dal Veneto, a partire dal 1914, ci introduce sulla situazione prebellica, sul dibattito e sulle diverse posizioni assunte riguardo la partecipazione al conflitto: sono in molti a sostenere, alla vigilia, l’inevitabilità della guerra necessaria per creare un’effettiva unità nazionale che ancora non si realizza e il Paese è segnato da una crisi morale che si manifesta nello scontro tra interventisti e neutralisti.
L’antagonismo delle parti travalica il normale scontro politico assumendo i caratteri di un’antitesi storica di concezioni e di valori.
Coesistono diverse ideologie contrastanti: il mito del combattentismo (attinente alla prima guerra mondiale e alla retorica che la anticipa, col mito dannunziano della “Vittoria mutilata”) ha credibilità presso un ampio consenso popolare e viene interpretato come una nuova morale ed una nuova ideologia, elaborazione teorica di un’esperienza vissuta, erede dell’atteggiamento mentale di molti intellettuali formatesi alla scuola del futurismo, dell’estetismo superomistico, (vicino alla teoria dell’“Übermensch” di Nietzsche e alla volgarizzazione che ne è stata fatta da D’Annunzio e dagli esteti decadenti suoi seguaci che antepongono il culto del Bello a qualunque forma morale) al sindacalismo soreliano, (dall’opera del sindacalista rivoluzionario Soriel di cui il primo Mussolini quello socialisteggiante e anarcoide fu dichiaratamente seguace), ma anche dell’attivismo della cultura in riviste diffuse quali «Leonardo», «Lacerba» e «La Voce».

Il Veneto diviene fronte e retrovia insieme. In particolare, Padova è osservata come terra fertile per l’irredentismo e per il fronte interventista. Il capoluogo patavino diviene anche capitale del movimento nazionalista diventando, purtroppo, una delle città più bombardate.
I civili sopportano la fame e le privazioni, i soldati patiscono, ma non si piegano, le famiglie attendono e soffrono, si combatte una tragica guerra di trincea. In città il senso di comunità, di appartenenza sociale e il lutto finiscono per accomunare molte famiglie.
Uno dei tanti pregi del volume è costituito dalle ricerche svolte dagli studiosi che hanno voluto mettere in risalto anche la voce degli “esclusi” da una storia diversamente raccontata altrove.
L’Italia dichiara guerra all’Austria – Ungheria il 23 maggio 1915 e alla Germania l’anno successivo. Con l’avvio del conflitto Padova diventa il centro principale della mobilitazione interventista e, di contralto, tutta la città diviene anche un grande “centro operativo” di opere assistenziali. Gli studenti si dividono tra interventisti convinti a Padova e scacciati nelle zone limitrofe come, ad esempio, a Piove di Sacco.
Nel 1916 la città entra nel vivo del conflitto divenendo baluardo difensivo in caso di ulteriore avanzata austriaca. È l’anno dei bombardamenti, l’anno della tragedia al Torrione della Gatta: l’11 novembre del 1916 un bomba austriaca provoca ben 93 morti e l’indignazione di tutta una nazione. È una delle prime grandi stragi civili causate da un bombardamento aereo.
Padova paga un prezzo altissimo in questa prima parte del conflitto. Alla fine della guerra i bombardamenti aerei provocano la morte, nel capoluogo patavino, di 129 morti.
Nel 1917 Padova è capitale al fronte. Dopo la ritirata di Caporetto si trova ad essere la più grande città nelle retrovie e riconquista un ruolo di centralità operativa nelle azioni di guerra. Gli inserti monografici sulle biografie degli uomini che hanno avuto un ruolo centrale e attivo durante il conflitto consentono di ampliare il quadro delle conoscenze e offrono spunti interessanti per ulteriori ricerche d’archivio: Luigi Cadorna, Armando Diaz, Carlo Cassan, Cesare Battisti, Giulio Zanon, Lucindo Faggin, Mario Merlin, Silvio Appiani, Guido Negri, Alessandro Ruffini, Ugo Ojetti, Vittorio Emanuele III, Giovan Battista Trener, Gino Allegri, Pietro Bembo, Sant’Antonio sono solo alcune delle personalità presentate in questo volume, perché ogni paragrafo dedica attenzione anche a personaggi meno conosciuti, in una guerra in cui a dare il proprio contributo sono in tanti, in un conflitto in cui la celebrità conta molto poco, in una guerra voluta da pochi e combattuta da tanti.
Uno spazio rilevante del volume è riservato alle notizie riguardanti gli edifici pubblici, scolastici, religiosi, militari, diventati poi in seguito, allo scoppio della guerra, ospedali, posti di rifugio per feriti, soldati, infermieri e medici.
Dalla stazione ferroviaria di Padova, all’ex monastero di S. Giustina, all’ex convento di via S. Giovanni di Verdura, all’ospedale Fatebenefratelli, al patronato del Carmine, all’Istituto Selvatico, agli edifici universitari in via Loredan, ai collegi, agli orfanotrofi, alle scuole di tutta Padova, al centro ospedaliero di Abano, all’ospedale di Tombolo, a quello della Croce Rossa a Galliera Veneta, queste strutture hanno accolto, curato feriti e malati grazie ad un enorme lavoro assistenziale e sanitario offerto da tutto il comparto medico, infermieristico e di volontariato della Croce Rossa, della Croce Verde nella città e in tutta la provincia.

Villa Giusti

Il volume dà rilievo a due grandi aspetti che inducono a più interrogativi: da una parte l’enorme opera di soccorso, di aiuto sanitario e dall’altra una corposa presenza e operatività costante del comparto militare.
Alla fine del 1917 Padova ospita il Comando supremo dell’esercito italiano fino al 18 gennaio del 1918. Il Comparto militare in seguito lascia Padova per fare di Abano il centro operativo, ma l’azione militare si svolge ampia anche in provincia: dai reggimenti dislocati in tutto il territorio, alle attività dei reparti militari specializzati, alle costanti azioni dei campi di aviazione militare, alla Brigata Padova, al reggimento di Fanteria della Brigata Abruzzi, fino alla storia straordinaria dei campi di aviazione militari nel padovano, la città patavina è protagonista in prima linea del primo conflitto bellico.
Si segnalano, all’interno del volume, gli accurati inserti monografici riguardanti Villa Baldin – Altichiero, Villa Giusti del Giardino, Villa Corinaldi-Italia a Lispida, Palazzo Dolfin-Boldù,Villa Scalfo di Monterosso, Santa Giustina e l’ex Monastero di Verdara, lo Stabilimento Pedrocchi, il Tempio Antoniano della Pace e dei caduti, e riguardo i reparti militari, i ricchi inserti bibliografici storici sulla Brigata Padova, su Emo Capodilista, la 2ª Brigata di Cavalleria e la difesa di Pozzuolo.

Il duomo di Padova bombardato

Quale significato da attribuire alla Grande Guerra? Quali dure conseguenze? Bisogno di cure, di assistenza, di conforto ai malati, di aiuto alle famiglie rimaste prive dei propri cari, bisogno di cibo, di riscaldamento, di strutture adeguate, ricerca di rifugi antiaerei contro i bombardamenti, ricerca di supporto morale, assistenziale ed economico.
Tante sono le malattie da curare: epidemie di colera, di febbre, di tifo, alle quali si cercano soluzioni e rimedi adeguati. Padova non si fa trovare impreparata a queste esigenze, risponde con una grande partecipazione corale, senso di appartenenza e di condivisione, di salvaguardia del proprio patrimonio.
Il volume non si presenta quindi solo come uno studio storico, ma ripercorre gli avvenimenti sociali e politici del nostro territorio con una ricca documentazione a riguardo, aprendo finestre sulla storia della medicina e dell’arte sanitaria (si vedano le schede di approfondimento, le mappe e le cartine geografiche sui luoghi come, ad esempio, i bagni termali).
C’è spazio anche per i progressi tecnologici (le reti ferroviarie in via di miglioramento, l’arrivo dell’energia elettrica in più punti, il rinforzo dell’acquedotto) senza dimenticare i collegamenti tra arte grafica e documentazione, il connubio tra arte e scultura, tra pittura e forme artistiche in divenire collegate alla storia. Si veda l’inserto riguardo il museo dell’aria e dello spazio.

Tanti sono i luoghi da riscoprire, tanti gli intrecci tra reliquie del passato e memoria storica, tra cronistoria degli eventi e le conseguenze della guerra. L’ultima parte del volume è dedicata alla memoria raccontata dai Musei e dai moltissimi monumenti dedicati ai Caduti di guerra del nostro territorio. È l’occasione per ricordare le tante persone che hanno perso la vita nel conflitto, gli eroi soldati ai quali i nostri scultori, hanno dedicato opere d’arte di indubbio valore. Ma è anche l’occasione per ricordarci che ogni luogo, in cui esistano tracce di memoria bellica ha la stessa importanza: i sacelli in onore delle vittime, le targhe, i monumenti sono lì e ci invitano, innanzitutto ad una visita e ad una riflessione su cosa abbia veramente rappresentato la Grande guerra. Un territorio tuttora “vivo” perché “viva” deve rimanere la memoria.
Il volume testimonia quanto diverse forme di collaborazione possano operare positivamente per obiettivi comuni, nel ricordo dei luoghi storici, simbolo e testimonianza della Grande guerra per coloro che hanno vissuto, attraverso le testimonianze delle proprie famiglie lutti di guerra. Un libro utile per genitori, educatori, studiosi, docenti, studenti e per tutti coloro che vogliano intraprendere un ricco percorso di studio e approfondimento in occasione del centenario della Grande guerra.

Mariangela Lando

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