Il maggiore Salomone, aviatore caduto a Padova

Chi è questo Salomone cui è intitolata la caserma ospitata nell’ex convento annesso a Santa Giustina, in Prato della Valle? Non è un personaggio biblico, ma Oreste Salomone, il primo aviatore decorato con medaglia d’oro al Valor Militare.
Nato a Santa Maria Capua Vetere nel 1879, Salomone morì a Padova nel 1918. Ecco alcuni cenni della sua vita, che si può ritrovare raccontata in modo approfondito su molti siti internet (ne segnaliamo qui uno per tutti). In particolare, largo spazio trova la descrizione dell’episodio che gli valse la medaglia d’oro: sebbene ferito, durante un volo su Lubiana riuscì a riportare il proprio velivolo con le salme di due compagni rimasti uccisi. Siamo nel 1916, in piena Prima guerra mondiale.
Ma già prima Salomone, che iniziò la carriera militare in fanteria, si era segnalato per atti di eroismo: ottenuto il brevetto di volo nel 1912, aveva preso parte alla guerra italo-turca dove aveva già ottenuto una medaglia d’argento per i suoi voli di ricognizione (ricordiamo quanto, all’epoca, anche solo alzarsi in volo e percorrere qualche decina di chilometri sopra le linee nemiche era già un impresa…).
Iniziò quindi la Grande guerra con il grado di capitano nella stessa squadriglia di Francesco Baracca (VIII Neuport), passò poi alla I squadriglia che usava velivoli Caproni Ca. 33: fu su questo aereo che accadde l’episodio di Lubiana che gli valse la medaglia d’oro.

Dopo un periodo lontano dal fronte, Salomone tornò in prima linea dopo Caporetto, come comandante del 14° gruppo, che prese stanza proprio a Padova. Nel gennaio del 1918 fu promosso maggiore. Morì pochi giorni dopo, di ritorno da una missione di bombardamento notturno su Levico e Caldonazzo: il suo velivolo cadde nei pressi del campo di aviazione, oggi dedicato a un altro aviatore di quegli anni, Gino Allegri, schiantandosi di fronte all’ospedale psichiatrico di Brusegana. Era la notte del 2 febbraio 1918. Secondo alcune fonti, Salomone non sarebbe morto sul colpo ma, per le ferite riportate, solo il giorno dopo. Con lui morirono il Tenente osservatore, Mariano D’Ayala Godoy, e il Sergente pilota, Antonio Porta; un quarto membro dell’equipaggio rimase illeso (il Sergente mitragliere Silvio Piovesan).

Gabriele D’Annunzio lo ricordò con questa frase: “Con la sua vita restò mozzo la cima di un bel albero, accendetegli ogni anno un fuoco sul Volture“. A lui sono dedicati, oltre alla caserma di Prato della Valle, l’ex-aeroporto militare (ora civile) di Capua e, sempre presso la cittadina campana, la caserma sede del Raggruppamento Unità Addestrative.

 

2 commenti

  1. Sono Gaetano Surdi, desidero fare alcune precisazione sulla figura della Medaglia d’Oro al V.M. Oreste Salomone.
    01) Oreste SALOMONE è nato a Capua il 20 settembre 1879 da Michele e da Giuseppa VALLETTA;
    02) In seguito alle ferite riportate il giorno 2 febbraio ore 22.30 in fase di atterraggio sull’aeroporto di Brusegana perde la vita il Padovano Tenente Osservatore Mariano d’AYALA GODOY, SALOMONE e Antonio PORTA, secondo pilota benchè ferito gravemente sopravvisse dopo una lunga degenza in Ospedale, mentre l’eroe di Lubiana muore nell’ospedale di Padova alle ore 8.00 del giorno 3 febbraio 1918. Giusto l’Atto di Morte del registro degli Atti di Morte del Comune di Padova Reg. anno 1918 al n.10 d’ordine. Firmato da Aloise MAZZUCCATO Segretario Comunale nominato con Atto del 20 luglio 1917 dal Sindaco di Padova.
    La città di Capua gli ha dedicato una strada il locale Aeroporto Militare, poi sede del Centro Addestramento Volontari dell’Esercito Italiano. Le città di: Roma -Milano – Palermo – Napoli – Venezia e Vicenza, tanto per citare le più importanti hanno dedicato una strada all MOVM Oreste Salomone.
    Con i migliori saluti Gaetano Surdi

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