Al passaggio dei primi fanti – Maggio 1915

Iosetta Mazzari
Al passaggio dei primi fanti – Maggio 1915
Cleup editore, 2014, euro 12,50

È storicamente prolifico il filone letterario che si rifà alla Grande Guerra, dai romanzi alla memorialistica, alle biografie. A Iosetta Mazzari, insegnante di Vigonza, in provincia di Padova, scrittrice già segnalatasi in premi letterari, è venuta un’idea semplice e a suo modo geniale: perché non trasferire nell’ambiente del fronte anche quel filone, oggi tanto apprezzato, del romanzo giallo?
Detto fatto, ecco la figura di Abicis, un soldato semplice con uno spiccato fiuto per risolvere gli enigmi e con un passato negli orfanatrofi che gli preclude la carriera ma gli ha insegnato più di qualche astuzia, che gli verrà utile per cavarsela tanto come uomo che come detective.

«Abicis è nato il giorno in cui, parlando con i miei figli, mi sono lamentata di non trovare libri gialli ambientati nella Prima Guerra Mondiale; loro mi hanno cordialmente sfidata a farli da me», racconta la Mazzari nella prefazione al primo volume di una collana che si prospetta impegnativa: sono in programma una trentina di volumetti. La scrittrice intende infatti ambientare una storia quasi per ogni mese di guerra italiano. Questo significa che Abicis deve essere veloce a risolvere gli enigmi e essere subito trasferito ad altra indagine. Lui, un soldato semplice… com’è possibile?

Qui subentra “l’invenzione” dell’autrice, che mette Abicis a servizio di un ufficiale di famiglia altolocata al quale, per risparmiare i rischi della prima linea, hanno affidato uno speciale incarico di investigatore, nonostante le sue incapacità e la sua sfrontatezza nonché mancanza di umiltà. Pazienza, a risolvere i casi ci deve pensare Abicis, non a caso messogli a fianco come attendente, in una divertente inversione dei ruoli Watson-Sherlock Holmes… bella idea!

Mazzari-PrimifantiNon ci addentriamo oltre in una analisi letteraria che non ci compete, anche se il volumetto di cui qui parliamo – il primo, ne sono già usciti altri due in soli cinque mesi – mostra qualche pecca di “gioventù” che probabilmente verrà superata con il crescere degli episodi. Facciamo notare invece la grande cura della Mazzari, che si è ben documentata, nella descrizione del contesto, e il recupero di particolari storicamente reali cui si dà poco peso nello studio storico, ma in un romanzo assumono tutta la loro importanza. Interessante è la descrizione del viaggio nella “tradotta” (convoglio ferroviario militare) o la diffidenza degli abitanti di Cortina (molti non parlavano ne italiano ne tedesco, ma ladino) nei confronti dei soldati liberatori, ma a colpire è un particolare molto più banale… le vesciche ai piedi dei soldati italiani giunti a occupare la cittadina dolomitica nei primi giorni di guerra erano talmente diffuse e dolorose, a causa degli scarponi nuovi non ancora adattati all’arto, che se invece di arretrare lasciando libera vallata avessero attaccato, gli Austroungarici avrebbero sbaragliato con facilità la nostra avanguardia. La storia non la fanno solo gli eroi, anche piccoli particolari all’apparenza insignificanti: ci piacerebbe sapere se questa notizia è vera, così anche se è vero che i primi soldati arrivati ai reticolati del Cadore si fossero accorti di non avere con sé le pinze per tranciarli…

Un solo consiglio ci sentiamo di dare a Iosetta Mazzari: approfondisca senza timore di diventare pesante, gli excursus storici e non sia così frettolosa nel far dirimere i rami della matassa al suo “eroe”. I gialli non necessitano di fretta, non sono quiz: diamo tempo al lettore di fare le sue ipotesi e di affezionarsi alla vicenda. Quanto al resto, l’autrice dimostra ottime capacità di inventare soluzioni narrative e di scovare indizi: però… non ecceda in sottigliezze complesse anche quando non servono!

“Al passaggio dei primi fanti – Maggio 1915” è uscito in prima edizione di poche copie a dicembre 2014 (una seconda, riveduta e corretta, è uscita a marzo 2015) e si compone in realtà di due racconti: il primo ambientato a Roma all’immediata vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia, il secondo ci porta già a giugno. Attendiamo con interesse di leggere gli altri: la vicenda di Abicis appassiona, la lettura è piacevole e il primo volumetto potrebbe proficuamente essere utilizzato anche da qualche scolaresca.

3 commenti

  1. Scopro solo oggi la presenza di questa pagina, molto volentieri rispondo alle domande del commentatore. Sì, le vesciche ai piedi degli alpini entrati a Cortina sono storicamente provate, ne ho trovata notizia nei diari d’epoca; allo stesso modo è vero che un ufficiale ha acquistato di sua tasca le pinze tagliafili, questo però non sono sicura di saperlo collocare geograficamente, l’ho letto, ma non ricordo dove è successo e per la mia storia mi tornava utile. Iosetta Mazzari

    • gentile iosetta sono stata ben felice di averla conosciuta la serata del 28 nella sede della cri di noventa.avrei una domanda da porle: nelle sue ricerche ha mai sentito parlare di un certo attilio pasquato?era mio nonno e nel 1950 è stato insignito cavaliere dei combattenti del piave.non manchero di leggere i suoi libri anzi se mi puo indicare dove posso trovarli ne sarei lieta.distinti saluti

  2. Gentile autrice, sono molto contento che lei abbia “scoperto” il mio articolo e abbia risposto. Saremmo lieti di dare spazio su questo sito anche agli altri volumi della collana, magari non sempre con commenti così puntuali ma per dare conto almeno delle varie uscite: per fare questo basterebbe farci pervenire le immagini digitali delle copertine e un breve riassunto all’indirizzo info@padovagrandeguerra.it. La ringrazio nuovamente, Emanuele Cenghiaro

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